Nuovi Ordinatori
Nuovi Ordinatori è un’espressione di Giovanni Testori, uno dei più importanti critici d’arte italiani.
Negli anni Ottanta questi artisti, che propugnavano un ritorno alla lentezza e alla tecnica raffinata della pittura, in opposizione ai neo espressionisti dei Nuovi Selvaggi, comprendevano quattro o cinque autori discepoli di Hermann Albert. Accanto al caposcuola tedesco, figurano Peter Chevalier, Stephanus Heidacker, Klaus Karl Mehrkens e Thomas Schindler, propensi a un mai dimenticato classicismo che voleva innanzitutto costruire un mondo con la pittura prima di ogni altra cosa. Caratteristica principale degli intensi e spesso drammatici racconti visivi dei Chevalier, Heidaker, Mehrkens, Schindler è l’attenta osservazione della cifra storica e atemporale,analizzata molto da vicino, fino nei suoi più intimi misteri che si celano spesso dietro quotidianità oscure, apparentemente citazionistiche, caratterizzate in realtà, da profondi e malcelati turbamenti memorabili. Situazioni grottesche, spesso assurde, portano le loro figure a drammatiche scoperte di se stessi e della vita che li circonda, causate da personaggi che guardano solo all’indietro. E’ questo il caso, per esempio, del “mattino” di Chevalier con le sue archeologie oggettuali, delle strane figure novecentiste di Schindler, delle corporature col teschio di Mehrkens e di Heidaker per il quale Testori nutre una sorta di adorazione.
In definitiva per i Nuovi Ordinatori, dopo la pittura colta, l’anacronismo, l’ipermanierismo, l’arte implica l’idea di un ampliamento del pensiero e della sua storia. Essi ripensano una theoria che accordi all’autoriflessione il posto che merita, una morale aperta all’universo globalizzato.